Che ci stiamo a fare qui?
Desideriamo dare non una semplicistica risposta, ma corpo e anima al nostro impegno, al desiderio di imparare insieme a costruire ponti, a serbare e trasmettere fedeltà e speranza fattiva nella Vita.
Siamo qui per fare insieme un sogno di sogni che apra al futuro, presente, già e non ancora, nei nostri ADOLESCENTI per imparare con loro ad ” esistere nascendo.” (M.Zambrano)
Di nuovo sento mio il desiderio profondo di “amorizzare il mondo”, come dice il caro amico e profeta Arturo Paoli
Da dove cominciare per l’invito a questo viaggio dentro il sogno?
Partiamo, come faccio sempre nei miei Laboratori di Poesia, con l’invito all’ascolto del RESPIRO, dono gratuito che può ricongiungerci alla dimensione interiore, e poi con l’ascolto di pochi versi del mistico orientale del 1200 RUMI:
” Anche se non hai piedi, scegli di viaggiare in te stesso,
come miniera di rubini sii aperto all’influsso dei raggi del sole.
O uomo! Viaggia da te stesso in te stesso,
che da simile viaggio la terra diventa purissimo oro.”
Lasciamoci anche introdurre al sogno dagli ultimi versi del canto di R.Vecchioni:
SOGNA RAGAZZO SOGNA quando lei si volta,
quando lei non torna
quando il solo passo che fermava il cuore non lo senti più
sogna, ragazzo sogna,
passeranno i giorni, passerà l’amore, passeran le notti,
finirà il dolore,
sarai sempre tu…
Sogna, ragazzo sogna, piccolo ragazzo
nella mia memoria, tante volte tanti
dentro questa storia:
non vi conto più;
sogna, ragazzo sogna,
ti ho lasciato un foglio
sulla scrivania,
manca solo un verso
a quella poesia, puoi finirla tu.
Sappiamo che la più grande povertà è perdere la capacità di sognare, di portare avanti una propria passione. “OGGI più che mai abbiamo bisogno di gente che coltiva l’UTOPIA, che culla l’utopia, che fa i sogni diurni che si realizzano.” (Don Tonino Bello)
E’ soprattutto nella scuola che l’UTOPIA trova la sua culla mettendo al centro i giovani, gli adolescenti, i bambini riconosciuti come luogo di profonda manifestazione poetica e profetica dove la forza della Vita si mostra in continua trasformazione di crescita. Gli adolescenti in particolare, sono semi assetati di vita, sospesi tra finito e infinito, tra divino e umano, famelici e audaci, belli e ribelli vivono una tempesta ormonale che scompone e ricompone le cellule, dentro un dinamismo fragile e delicato, più potente del nostro saputo.
Ci scrutano, ci misurano, ci valutano e a volte, con le loro provocazioni risultano respingenti e inafferrabili, possono arrivare a farci paura. Ci provocano perché vogliono verificare se noi adulti reggiamo alle loro pressioni, se sappiamo comunicare e testimoniare senso, se sappiamo lasciare loro spazi per crescere.
Ci spiazzano quando scopriamo che il loro grido chiede solo di vedere che la vita vale la pena di essere vissuta. La loro sete di “infinito” chiede a noi una speranza adulta da comunicare e mostrare senza lamentazioni da sconfitti. Amano gli adulti autorevoli e combattenti ( loro lo sono sempre, dentro le loro tristezze e i desideri smisurati ), adulti che sappiano ascoltare, sdrammatizzare,
pro-muovere.
Ci mettono a dura prova e questo richiede a noi una grande umiltà e maturità, merce rara, da sempre fuori mercato. Buttandoci in faccia il loro forte bisogno di contatto ci possono aiutare a discernere anche i nostri bi-sogni e difficoltà che ci chiudono alla relazione e tolgono spazio all’ascolto e al desiderio di far fiorire la vita. Chiedono a noi adulti di andare oltre le false sicurezze, di essere testimoni credibili abitati dal fuoco della passione per camminare insieme anche dentro il CAOS in un percorso dialettico, umanamente e divinamente intrecciato.
Sono veramente altro da noi e ci chiedono di essere capaci di sostenere la loro eroica sfida verso la realizzazione di una vita pienamente umana capace di ricevere e dare amore e di essere guardati con vera speranza e divina misericordia .
Inconsciamente sanno che la grande serietà dell’avventura umana prevede una drammatica possibilità di libera scelta che comporta due esiti: restare umano come PINOCCHIO che riesce ricordandosi di suo padre a sfuggire a Mangiafuoco, oppure diventare un animale come Lucignolo.
Come è possibile guardarli senza giudicarli e aiutarli a fiorire dentro questa dinamica bella, dolorosa e necessaria per accogliere come scelta il DONO della VITA ed esserne figli innamorati?
Come introdurli alla realtà, al suo significato, al valore che hanno le cose e educarci all’esigenza di vero, di bello, di buono che è responsabilità di tutti e questione decisiva nella vita di ogni persona, a ogni età?
FORSEcome adulti, abbiamo bi-sogno di prendere sul serio quanto ci ha testimoniato e scritto dentro il campo di concentramento Etty Hillesum nelle sue LETTERE e nel DIARIO :
“forse il mio compito nella vita, il mio unico compito è portare ordine e armonia nel caos che regna in me stessa.”
FORSE, con i nostri adolescenti, basta solo partire non da quello che si desidera loro insegnare ma dai loro bi-sogni e domande come fece a dodici anni, l’adolescente GESU’nel tempio coi Dottori della Legge e fare come Maria che nel silenzio custodiva tutte le domande inquietanti del figlio e, ” serbandole nel suo cuore”, riesce a contemplare il MISTERO della sua maternità e della VITA.
FORSE, consentendo loro di essere difficili, critici ed inquieti come i profeti, possiamo aiutarli ad essere “ poeti di strada”, ad ascoltare la profondità di sé stessi, perchè il processo creativo che conta non è il successo, ma conoscere e rispettarsi imparando a rialzarsi e a lasciarsi guidare da chi è capace di aiutare a far fiorire i talenti, perché sa trasmettere non illusioni, delusioni o giudizi, ma sogni e speranze autentiche per dare pieno senso alla vita.
Come sintonizzarsi con la spinta dello Spirito che si consegna nelle nostre mani e ci guida dentro la mancanza e dentro i fallimenti per uscire dalla paura e insegnarci l’ arte di essere fragili e felici?
Certamente, gli adolescenti ci fanno innamorare di loro quando fanno rinascere in maniera sempre inedita i versi dei poeti, quando scoprono di essere a loro volta poeti e che la POESIA e la CULTURA, al di là del tempo e dello spazio, li aiutano a riscoprire, rileggere, dialogare.
Ci commuovono e stupiscono quando insieme a loro godiamo della forza creatrice della PAROLA che si fa CANTO e continuano ad annunciarci come Il Piccolo Principe che “non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”.
Desidero chiudere con la DOMANDA ricorrente nei versi di NELLY SACHS:
Se i profeti irrompessero/per le porte della notte/e cercassero un orecchio come patria-//Orecchio degli uomini/ sapresti ascoltare?// Orecchio degli uomini/ ostruito d’ortica/sapresti ascoltare?// Se la voce dei profeti/soffiasse/nei flauti-ossa dei bambini uccisi,/espirasse/l’aria bruciata da grida di martirio-/se costruisse un ponte/con gli spenti sospiri dei vecchi-//Orecchio degli/ uomini/ attento alle piccolezze/ sapreste ascoltare?//Se i profeti entrassero sulle ali turbinose dell’eternità/se ti lacerassero l’udito con le parole:/chi di voi vuol fare guerra a un mistero,/chi vuole inventare la morte stellare?//Se i profeti si levassero/nella notte degli uomini/come amanti in cerca del cuore dell’amato,/notte degli uomini/avresti un cuore da donare? L’autrice di questi versi, la poetessa tedesca Nelly Sachs, vinse il premio Nobel nel 1966. Ebrea, senz’altro nutrita dalle letture dei profeti biblici, si interroga , con immagini e metafore splendide, in un’epoca di gravi lutti e sconvolgimenti per il suo popolo e per ogni popolo. Ci domanda se le voci, spesso tormentose, dei veggenti e degli interpreti del senso della storia incontrano ancora orecchie che sanno ascoltare, cuori che sanno aprirsi, menti e mani aperte ad andare al di là delle abitudini e della superficialità rassicuranti. Vogliamo RI-CORDARE di avere solo una CASA comune e nutrire il sogno di volerci abitare come FIGLI DELLA VITA?
Giuseppina Francesca Nieddu